In data 18 luglio 2018, a 15 anni dalla sua adozione, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato in via definitiva il Piano del Parco dell’Appia Antica.
 
Tenuta Farnesiana Foto Luca Battaglia
 
Dopo oltre quindici anni, oggi il Parco dell’Appia Antica ha il suo Piano, basato su un sereno connubio tra tutela ambientale, paesaggistica e archeologica e le esigenze di sviluppo di un territorio protetto, sulla valorizzazione e sulla promozione di ogni attività compatibile e sostenibile, partendo proprio dalle attività agricole che caratterizzano un paesaggio unico della campagna romana, al cui interno, non dimentichiamolo, abbiamo un vero e proprio tesoro archeologico".
Il Piano è stato concepito come un progetto di restauro territoriale, riprendendo parzialmente gli obiettivi della legge istitutiva 66/1988 e puntando, oltre che alla necessaria tutela dei beni ambientali, paesaggistici e storico-monumentali, anche alla valorizzazione del territorio, attraverso la sua riconoscibilità”.
Sono dieci gli ambiti di intervento previsti:
  1. ricostituire l’unità territoriale e paesaggistica del Parco, capace di consentire una fruizione continua del territorio, anche attraverso la realizzazione di una sentieristica;
  2. eliminare l’abusivismo;
  3. favorire la rinaturalizzazione delle vaste aree agricole;
  4. mantenere e rafforzare gli elementi che garantiscono la continuità paesaggistica, come le riperimetrazioni, gli interramenti, il sostegno all’attività agricola, le indicazioni prescrittive per le proprietà private;
  5. cambiare i criteri di mobilità delle aree interessate dal traffico di attraversamento e realizzare opere che permettano la sola circolazione residenziale e turistica;
  6. contribuire al bilancio ecologico della città di Roma Capitale, di Ciampino e di Marino con azioni di tutela e di rafforzamento dei livelli di naturalità e con l’alleggerimento dei processi di antropizzazione;
  7. creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile;
  8. garantire le condizioni per ulteriori sviluppi e nuovi fasi della ricerca archeologica;
  9. costruire una fruizione controllata con la partecipazione dei cittadini;
  10. promuovere l’educazione ambientale ed una più generale cultura della tutela.
 
 

 
 

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