Roma, la città eterna, tra i tesori di bellezza e storia più preziosi del mondo non è solo la capitale d’Italia ma anche la città più grande del nostro paese. Un paragone di grandezza può restituire meglio l’idea della vastità della capitale: il territorio del Comune è infatti maggiore della somma delle 9 città più importanti: Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari. La sua superficie si estende per 1300 km2 seconda in Europa solo a Londra e risulta grande 7 volte Milano e 11 volte Napoli.
 
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I cittadini che vivono nel territorio del Comune di Roma sono 2.873.874 (dati ISTAT al 30 novembre 2017) con un altro milione di cittadini pendolari. I cittadini residenti rappresentano inoltre il 75% dell’intera popolazione del bacino del fiume Tevere che ammonta in totale a 4.500.000 persone circa. La popolazione che nel 1870 era solo di circa 200.000 abitanti è cresciuta a dismisura nell’arco di un secolo e mezzo. I piani regolatori generali sono stati doversi, l’ultimo in ordine di tempo è stato approvato il 20 marzo 2008.
La lunghezza totale del Tevere è di 402 km, 30 dei quali all’interno del Comune di Roma. La grandezza dell’intero bacino idrografico è di 17.800 kqm, la portata media del fiume è di circa 220 mc/s. L’Aniene è lungo 99 km con una portata media di circa 28 mc/s. 
 
Negli ultimi 8 anni si è assistito ad un grande incremento del numero delle voragini: da una media di 16 voragini l’anno (dal 1998 al 2008) si è passati ad una media annuale di più di 90 voragini; il massimo di 104 è stato registrato nel 2013. Al 31 Marzo del 2018 sono state registrati 44 eventi.
Le aree particolarmente interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale di Roma. I Municipi più colpiti sono: il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino) ma anche il centro storico con le aree dell’Aventino del Palatinoe dell’Esquilino.
Nella porzione occidentale di Roma il Municipio che conta più voragini è il Municipio XII seguito dal Municipio XII (quartieri Portuense e Gianicolense).
La causa principale della formazione delle voragini a Roma è la presenza di numerose cavità sotterranee di origine antropica scavate dall’uomo a vario titolo ma principalmente per l’estrazione dei materiali da costruzione. Tali vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie. Sono stati sinora censiti e mappati 32 kmq di gallerie sotterranee che giacciono sotto il tessuto urbano. Le cavità si concentrano per lo più nella porzione orientaledella città. Molte aree di vuoti sono ancora sconosciute: manca all’appello ad esempio la grande Catacomba scomparsa di San Felice, sulla Via Portuense, che costituiva uno dei principali cimiteri della Roma cristiana del IV-V sec.
 
#Italiasicura, l’Autorità di Distretto e la Regione Lazio hanno individuato e pianificato le opere necessarie per ridurre lo stato di pericolo. Ed hanno quantificato l’investimento complessivo per garantire nell’arco temporale di 10 anni l’impresa della prevenzione strutturale e della massima sicurezza possibile dal rischio idrogeologico nell’area urbana.
È un Piano decennale che, per essere attuato con tempi dettati dall’emergenza, ha bisogno della massima e permanente collaborazione istituzionale, dal Governo alla Regione, dal Campidoglio ai Municipi. È un Piano in grado di mitigare i rischi che incombono oggi su circa 250.000 romani, una quota di popolazione che fa di Roma la capitale europea con il maggior numero di abitanti, beni culturali, attività economiche, infrastrutture, servizi in aree alluvionabili.
Per il complesso degli interventi di prevenzione strutturale nell’area urbana e fino alla foce di Fiumicino, è stato calcolato un fabbisogno di risorse finanziarie pari a 871 milioni per realizzare 155 interventi di varia tipologia: 783 milioni per 127 opere di contrasto al rischio alluvione e 86 milioni per 28 opere per mettere in sicurezza diverse aree cittadine dal pericolo frane.
A questo valore vanno aggiunti almeno 15 milioni l’anno per gestire la manutenzione ordinaria e tenere in efficienza vie d’acqua come canali e fossi interni all’area urbana oggi in stato di grave degrado o addirittura “tombati” da vegetazione spontanea e rifiuti, e 4 milioni l’anno per verifiche e interventi preventivi sulle voragini urbane. Complessivamente la cifra è di 1040 milioni. Ad oggi sono disponibili i primi 104 milioni, già previsti per progetti inseriti nel Piano città metropolitane di Italiasicura. Il fabbisogno di risorse comporta però impegni finanziari annuali per almeno 100 milioni di euro per garantire la copertura sia di interventi contro il rischio alluvioni, frane, voragini, sia la manutenzione ordinaria e straordinaria.
 
Il Primo Rapporto su rischio alluvioni, frane, cavità del sottosuolo e acque sotterranee è stato realizzato dall’Autorità di distretto idrografico dell’Italia Centrale in collaborazione con la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche della Presidenza del Consiglio #italiasicura, l’Ispra e il Dipartimento della Protezione civile nazionale.
 
 

 
 

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